Il Candomblé non è semplicemente una religione: è l'espressione di
una cultura, intesa come "quell'insieme complesso che include la conoscenza, le credenze,
l'arte, la morale, il diritto, il costume, e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita
dall'uomo come membro di una società".
Ricordando che il Candomblé deriva direttamente -pur con tutti gli adattamenti che il
tempo e le contingenze storiche hanno reso necessari- da variegate tradizioni originarie di una vasta
area dell'Africa interessata dal traffico schiavista (Nigeria, Benin, Congo, Angola, Ghana), possiamo
osservare come le pratiche quotidiane di una casa di Candomblé tendano a mantenere in qualche
modo vive le peculiarità dei differenti elementi che hanno concorso a creare questa cultura,
in tale senso veramente "sincretica".
Uno degli esempi di quanto detto si può riscontrare proprio nella cucina: scopo di questi
incontri sará una piccola ricerca sull'origine di alcune preparazioni alimentari nel
Candomblé, sul loro legame con tribù e luoghi geografici di provenienza, su come la cucina
sia vero e proprio atto rituale che si conserva, rinnova e ripropone; su come essa sia memoria e
tradizione, conservando e trasmettendo -attraverso il richiamo implicito o esplicito ai miti- il
ricordo di eventi importanti, stabilendo un legame preciso e forte con il passato.
Quello che in origine, in Africa, era cibo quotidiano assume nel Candomblé valore di cibo
rituale, capace di stabilire un legame con la terra degli antenati: in una casa di Candomblé la
cucina ha valore soprattutto ritualistico, di perpetuazione della tradizione, del mito e del rito:
rappresenta, appunto, la coscienza di volersi riallacciare alle tradizioni antiche che sono la radice
stessa del Candomblé. Preparare un cibo che ha un'origine antica e lontana, coscienti di ciò,
significa richiamare le tradizioni che ne sono all'origine: e il cibo diviene, così, una forma di
"dire" il mito, di "celebrare" il rito.
Ogni volta che si cucina per scopi rituali si richiamano fattivamente energie e forze determinate:
per ogni preparazione una forza precisa ed unica, un'energia che non si confonde con altre e che possiede
una sua fenomenologia e suoi effetti concreti, specifici ed univoci.
Trattandosi, come si può capire, di un compito delicato, non tutti sono ammessi
alla conoscenza completa ed esatta delle varie preparazioni: all'interno di una casa di Candomblé
esiste infatti una persona specificatamente preparata, la Mãe cozinheira o
Iyabassé, unica depositaria della conoscenza e dei segreti della cucina rituale.
Per gli stessi motivi, nel corso di questi incontri non andremo a svelare i segreti che sottendono
al rito: infatti, come già detto, ogni preparazione è manifestazione di una forza o energia
determinata, alcune sono facilmente manovrabili da chiunque, altre necessitano invece di maggiore
consapevolezza e preparazione. La stessa energia, normalmente benefica ed utile, può divenire
dannosa se utilizzata in modo improprio, ed ecco il motivo del "segreto" nell'ambito rituale:
le conoscenze vanno trasmesse con lentezza perché non si trasformino in pericolo, sia per chi
le "offre" sia per chi le "riceve".
Esistono però anche informazoni che possono essere tranquillamente divulgate e diffuse:
la loro rivelazione significa anche rendere meno astratto quanto si vede accadere quotidianamente in una
casa di Candomblé e dare coscienza di atti ai quali normalmente non si presterebbe attenzione
perché possono magari sembrare scontati, naturali o -al massimo- semplice ripetizione meccanica
di gesti tramandati dalla tradizione e di cui si ignora il significato profondo.
Un'ultima precisazione: dobbiamo ricordare che tutto ciò che viene preparato in una cucina
di Candomblé deve essere mangiato. Non si tratta, insomma, della mera preparazione di un'offerta,
la cucina sacra sottende la condivisione del cibo: il ricordo della redistribuzione alimentare che
faceva seguito alla felice conclusione di un evento (fine del raccolto, battuta di caccia o di pesca,
celebrazione sociale...).
E tale condivisione, ovviamente, coinvolge anche le energie che presiedono al Candomblé:
gli Orixás che sono i primi destinatari di tali preparazioni e con i quali si può
stabilire un importante contatto mediante, appunto, la condivisione del cibo offerto. Un errore che
frequentemente avviene nelle nostre case è proprio quello di limitarsi solo alla prima parte
del rito: la preparazione dell'offerta, trascurando poi quel momento di capitale importanza che è
il cibarsi della stessa, atto che permette di stabilire un contatto profondo con l'Orixá per il
quale il piatto è stato preparato.
Exú Ogum Oxóssi Ossaim Oxumaré Nanã Logun-Edê Omolú Oluaiê Irôko Obá Oxum Xangô Iansã Ewá Yemanjá Oxoguiã Oxolufã Erê-Ibeji